Presentazione volume "La regola, la materia, la forma. Il cantiere del costruito storico e la questione del metodo"
Giovedì 28 novembre 2019 alle ore 17.30, presso Palazzo Carpegna, sede dell’Accademia Nazionale di San Luca di ROMA si terrà la presentazione del volume La regola, la materia, la forma. Il cantiere del costruito storico e la ‘questione del metodo’ di Francesco La Regina (Edizioni Altra Linea di Firenze, 2019).
Introdotti e coordinati da Francesco Moschini, Segretario Generale dell’Accademia Nazionale di San Luca,
interverranno Giovanni Carbonara ed Elisabetta Pallottino.
L’architetto Rossella Traversari dello studio Gnosis illustrerà invece il progetto di restauro del tempio-duomo di Pozzuoli, coordinato dal prof. arch. Marco Dezzi Bardeschi, recentemente scomparso e di cui si vuole onorare la memoria.
Seguirà dibattito sui temi del metodo di intervento sul costruito storico.
Il saggio muove dalla constatazione dell’inarrestabile estendersi degli interventi sul patrimonio architettonico e urbano, sempre più espostoal rischio di distruzione e manipolazione, a causa anche del permanere di equivoci culturali presso gran parte di coloro che si ritengonoautorizzati a intervenire sulle opere e sui siti esistenti. Il risultato è una sovrapposizione di idee, procedure ed esiti poco convincenti e talora disastrosi, al punto da giustificare la diffusa richiesta di sottrazione di tale importante attività agli stessi architetti, per affidarla a figure più rassicuranti (ritenute tali) e tuttavia estranee alla cultura architettonica. Quindi ancora più pericolose.Alla verifica quotidiana della fondatezza di tanto rischio si accompagna il permanere di una mentalità fatta di atteggiamenti aprioristici, dogmatici e prescrittivi, che vede i sostenitori dei diversi concetti e metodi attestati fideisticamente su questa o su quella posizione, su questo o su quel fronte, e unicamente impegnati a propagandare il proprio credo ed a combattere l’altrui. Il risultato complessivo è una grande confusione concettuale, metodologica ed operativa che, a sua volta, si inscrive nel più generale crollo delle certezze della cultura architettonica moderna e della cultura storica.Sulla scorta di tale constatazione, l’A. si propone di indagare i diversi criteri e modi di intervento, non per sostenere la validità di un metodorispetto a un altro, ma per esaminarne i principi interni di strutturazione. L’approccio è eminentemente analitico, ovvero incorpora l’esigenza di una consapevolizzazione dello status del settore disciplinare, confidando di poter passare da un sistema di certezze confuse ad un quadro di dubbi metodici, volto cioè a chiarire i termini dei singoli problemi più che a risolverli. Il ricorso a modelli analitici si accompagna all’impiego di modelli strutturali al fine di poter accedere a strumenti entro certi limiti intercambiabili fra loro e oggettivamentevalidi solo perché coerenti. Su un piano rigorosamente cronologico, si esaminano i diversi criteri e modi di intervento sul costruito storico, quali si sono manifestati dall’Illuminismo fino ai nostri giorni. Vengono prospettate le antitesi, i contrasti, le contraddizioni, le affinità problematiche e le prospettive metodologiche compatibili e sostenibili, in un taglio decisamente analitico, tendente a chiarire i termini dei vari problemi, più che a risolverli. Questo tipo di approccio consente di superare qualsiasi remora di natura ideologica e pregiudiziale, nonché di accedere ad una disamina serena di parte della esperienza degli ultimi due secoli, dall’interno del cantiere di intervento sul patrimonio storico e architettonico.Il carattere metodologico ed operativo del saggio è confermato dal riferimento, con immagini e schede tecniche dettagliate, a 15 cantieri recenti di intervento sul costruito storico da parte di architetti che hanno anche fornito il materiale richiesto e le informazioni necessarie. Pur consapevole del carattere necessariamente arbitrario di ogni selezione, l’A. ha operato non per sostenere la verità e la validità di un metodo rispetto ad un altro, ma per fare chiarezza e pervenire, dalla eterogeneità dei fatti empiricamente osservabili, ad un nucleo limitatoed omogeneo di possibilità costitutive, tale da poter elaborare una strategia per ricavare i principi interni di strutturazione dell’attività architettonica quando si rivolge al costruito storico.Attraverso un’opera di sistematica e drastica sintesi culturale, si è pervenuti alla convinzione che le esperienze acquisite possano tutte ricondursi a tre precise direttive e finalità d’intervento:a) operare sul piano delle regole della stessa opera su cui si interviene;b) esibire la distinzione fra segni del passato e del presente, anche rinunciando a qualsiasi forma di compromissione con la materia costruitaper garantirne l’autenticità;c) agire in ossequio alla forma architettonica, in veste di immagine e confronto fra i linguaggi del passato e quelli del presente.La tesi centrale, il principio guida della ricerca è individuato nella indissolubilità della cultura architettonica rispetto a qualsivoglia attività,comunque risolta a intervenire sul costruito storico al fine di trasmettere al futuro le sue testimonianze. Nella piena consapevolezza di operare nel quadro confuso della cultura contemporanea, che costringe ad una condizione che non scioglie i dubbi, non offre certezze ed approdi consolatori, piuttosto estende la problematica esistente obbligandoci ad aprire gli occhi e verificare se le nostre illusioni poggiano o meno su concezioni dell’arte e dell’architettura ancora vive, espressive del nostro mondo e dei suoi valori, o piuttosto appartenenti ad un passato da cui non possiamo e non vogliamo uscire.